“Più facile morire che pensare” diceva Schopenhauer nel suo libro, pubblicato postumo, “L’arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi”. Più facile minacciare che pensare sembra essere il credo di Angelo Parisi, futuro assessore ai Rifiuti di un’ipotetica giunta del M5S in Sicilia. Sembra, almeno a giudicare dal linguaggio aggressivo di un suo tweet, che ha provocato comprensibili reazioni di sdegno nella stessa base del Movimento.
Parisi ha minacciato Ettore Rosato, padre della legge elettorale chiamata Rosatellum, con un “infuocato” messaggio su Twitter: “Rosato, facciamo un patto, se questa legge sarà cassata dalla Consulta, noi ti bruceremo vivo, ok?”.
Tono a parte, non si capisce perché un essere umano dovrebbe accettare un patto così svantaggioso, addirittura corredato da un “ok?” che sembra chiedere un consenso. Cosa avrebbe dovuto fare Rosato? Rispondere: “ok, grazie, quando vuoi”?
L’argumentum ad personam è una fallacia del ragionamento che porta ad attaccare la persona che propone un tema e non il tema stesso. Un espediente tipico degli hater, gli odiatori del web. Per sfuggire dall’argumentum ad personam, Temistocle dice ad Euribiade: “bastonami ma ascoltami” (Plutarco, Temistocle, 11,20). Ne possiamo trarre un foglietto di istruzioni per il web: 1. ascoltare; 2. pensare; 3. mai bastonare; 4. poi, se proprio è necessario, scrivere un tweet.
Flavia Trupia