Chi dice che gli adolescenti non sanno parlare, non ha assistito alla #GuerradiParole

I liceali sono stati incoronati maestri indiscussi di retorica. Ieri a Roma hanno vinto la #GuerradiParole che si è tenuta presso L’Unione delle Camere Penali Italiane. Il tema della disputa era: gli italiani sono razzisti?

I liceali hanno messo in campo la loro capacità di lanciare battute fulminanti e di prendersi gioco, anche se in modo rispettoso, degli avversari. Mentre gli avvocati hanno mostrato la loro abilità nel ragionamento, condita con qualche colpo di scena. La Guerra di Parole ha visto la vittoria degli studenti del Liceo Plinio di Roma. Le due squadre sono state preparate allo stesso modo da Flavia Trupia di PerLaRe-Associazione Per La Retorica e dall’attore e regista Enrico Roccaforte: nessun occhio di riguardo per gli studenti, i contendenti hanno affrontato la partita ad armi pari.

Il gioco retorico prevede che entrambe le squadre difendano prima una posizione e poi il suo contrario: nel primo round gli studenti hanno sostenuto che gli italiani sono razzisti e gli avvocati che non lo sono; nel secondo le posizioni si sono invertite. Ogni round dura quindici minuti ed è aperto e chiuso da un appello di un minuto.

I dibattenti non si sono risparmiati le bordate retoriche e i coup de théâtre. “Sento da voi solo giudizi generici” ha affermato sarcastico Gianluca di 18 anni, per smontare le argomentazioni degli sfidanti. Mentre l’avvocato Alì ha pronunciato il suo appello di un minuto vestito con un costume tipico della Somalia, per sottolineare come i pregiudizi siano duri a morire: “vado in giro con la mia macchina e puntualmente mi fermano. Faccio vedere la mia patente e il mio libretto di circolazione. Ciò malgrado, mi chiedono: ‘ma chi è il proprietario della macchina?” Allora io rispondo: “è del padrone per cui lavoro!’”.

Gli studenti non si sono fatti intimidire. Giulia di 17 anni ha concluso il suo appello in cui dimostrava che gli italiani non sono razzisti con una frase che ha strappato l’applauso del pubblico: “‘Io sono bianco, nero e asiatico. Eppure tutti mi amano’. È la citazione di un panda”.

Gli avvocati hanno risposto colpo su colpo “Gli italiani non sono razzisti. Io non ho mai visto un mio collega non difendere con lo stesso impegno e la stessa passione una persona perché è di colore” ha affermato Anna.

La giuria – composta dalla dj Ema Stokholma, dal rapper Amir Issaa, dalla scrittrice Igiaba Scego, dallo street artist Maupal e dall’attore Miguel Govvo Diaz – ha apprezzato la spontaneità, la capacità di ascolto e il linguaggio del corpo degli studenti. Un particolare plauso è stato riconosciuto agli avvocati, professionisti affermati che si sono messi in gioco. La Guerra di Parole è infatti solo l’ultimo appuntamento del progetto “Te la spiego io la legalità” dedicato alle scuole e realizzato dall’Unione delle Camere Penali Italiane, il Liceo Plinio di Roma, PerLaRe-Associazione Per La Retorica e sostenuto del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. L’iniziativa ha previsto una serie di lezioni tenute dagli avvocati su sulla Carta Costituzionale, i principi del giusto processo, la presunzione di non colpevolezza, il diritto di difesa, la funzione della pena e dell’oratoria. Il percorso ha contemplato anche la simulazione di un processo per la verifica dei principi appresi.

I giovani non si impegnano e gli adulti non li considerano? Chi ancora lo pensa, si sbaglia di grosso.