Parlare in pubblico: come iniziare un discorso per catturare l’attenzione della platea
Un bravo oratore sa come iniziare un discorso e come catturare l’attenzione dell’uditorio. In questo articolo offriremo consigli pratici sulle strategie più adatte per conquistare e coinvolgere il pubblico fin dalle prime parole.

Perché è importante sapere come aprire un discorso
Tutti, prima o poi, si trovano a dover pronunciare un discorso in pubblico. Può essere un discorso di benvenuto o di ringraziamento oppure un discorso per illustrare la tesi di laurea o un discorso politico o, ancora, una presentazione di lavoro. In tutte queste occasioni è importante progettare il nostro inizio, in modo da catturare immediatamente l’attenzione della platea.
Molti oratori sbagliano l’incipit perché iniziano quando il pubblico non è ancora pronto ad ascoltarli: alcuni chiacchierano tra loro, altri guardano il cellulare, altri ancora sono immersi nei propri pensieri. Il compito dell’oratore è conquistare l’attenzione di tutti, prima ancora di aprire bocca. Come si fa a fare in modo che il pubblico sia concentrato sull’oratore?
Molti si ritrovano a chiedere esplicitamente l’attenzione dell’uditorio. Non è questa la soluzione ideale per iniziare un discorso, perché si perde autorevolezza ancora prima di iniziare. Il modo migliore è posizionarsi al centro della scena, possibilmente in piedi, e guardare il pubblico con uno sguardo benevolo e paziente. Bisogna guardare tutti negli occhi, per far capire che stiamo per cominciare. Rimarrà sempre qualcuno disattento, immerso nello schermo dello smartphone. Concentriamoci a guardarlo, per una comunicazione efficace. In questo modo sposteremo gli occhi dell’intera platea sul malcapitato che, a un certo punto, si sentirà osservato e deciderà di staccare gli occhi dal telefono e di concederci la sua attenzione. Una volta conquistato il silenzio e gli sguardi di tutti, non ci resta altro che aprire bocca e parlare.
L’inizio del discorso e la scaletta
Di solito il discorso è fatto di tre parti: l’inizio, il corpo centrale e la fine. Come scrivere un discorso efficace? L’oratore deve, in primo luogo, scegliere qual è la scaletta o dispositio che preferisce. Sono ipotizzabili tre ordini:
- Ordine crescente. L’oratore lascia alla fine una rivelazione. È il caso del monologo di Marco Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare.
- Ordine decrescente. L’oratore spara subito tutte le sue cartucce e anticipa la conclusione del suo ragionamento. Poi spiega come è arrivato a quella conclusione. Uno stile adatto per i video di YouTube, dove le statistiche ci dicono che pochi utenti arrivano alla fine.
- Ordine nestoriano o del panino. È l’ordine forte-debole-forte. L’oratore “fodera” il corpo centrale del discorso con le argomentazioni più potenti. Oppure chiude, riprendendo l’argomento con il quale ha iniziato. L’aggettivo “nestoriano” viene dal Nestore dell’Iliade che schierava all’esterno le truppe più valide.

Iniziare un discorso in pubblico: esempi di incipit e frasi da evitare (come la peste!)
Prima di guardare alle strategie e consigli per l’incipit, vediamo invece come NON iniziare un discorso. Ci sono almeno tre modi sbagliati per iniziare un discorso in pubblico.
- I ringraziamenti infiniti. Alcuni oratori iniziano un discorso ringraziando gli organizzatori. Va benissimo, se la faccenda si conclude in pochi secondi. Va malissimo se, come succede di frequente, i ringraziamenti vanno avanti per alcuni minuti, dando l’impressione che il vero argomento del discorso non arriverà mai. “Ringrazio di il professor Tizio e il cavalier Caio, per non parlare dell’importanza che ha ricoperto l’istituzione X in questo progetto…”. Al pubblico, quei minuti sembreranno secoli e si darà l’impressione del prete nel film di Verdone Viaggi di Nozze che, nella foga di citare tutti i parenti degli sposi, fa scappare dalla chiesta gli invitati: “per la famiglia dei cugini di secondo grado, Settimio e Rossana con i piccoli Andrea e Chantal preghiamo…”.
- L’autocelebrazione. Soprattutto i manager iniziano i discorsi autocelebrando le proprie gesta: “Nasco come…”. Una premessa che può essere pronunciata senza apparire ridicola solo da Gesù Cristo. Ricordiamo che il pubblico non è lì per conoscere il nostro curriculum vitae, ma per approfondire un argomento. Rispettiamolo.
- Le premesse. Andrebbero abolite. Iniziare un discorso con “premesso che…” o “alla luce di…” ha il potere di rendere noioso qualsiasi argomento. Peggio ancora gli inizi con i gerundi “considerando che…” o “analizzando…”. Meglio partire con una verbo al presente indicativo. Invece di dire “Considerando che gli italiani sono grandi risparmiatori, abbiamo creato il prodotto X”, meglio “Gli italiani sono grandi risparmiatori. Ecco perché è nato il prodotto X”.

Come iniziare un discorso. Consigli e strategie per attirare l’attenzione e coinvolgere il pubblico
Ora che sappiamo quali sono gli errori da evitare, vediamo insieme alcune strategie ed esempi per iniziare un discorso in pubblico, attirando l’attenzione della platea sin dal principio e coinvolgendo gli ascoltatori in modo efficace, sconfiggendo da subito la paura di parlare in pubblico.
Excusatio propter infirmitatem: inizia con umiltà
La strategia più classica per attirare l’attenzione del pubblico con l’inizio del nostro discorso è l’excusatio propter infirmitatem. L’oratore si scusa con il pubblico per non essere all’altezza del suo ruolo. Subito un esempio. Nel febbraio 2021, Mario Draghi, nel suo primo discorso al Senato da premier, mette in campo un’excusatio “vorrei dirvi che non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia”. Un’operazione che lo rende subito simpatico agli occhi degli italiani, ai quali era stato presentato come il salvator mundi. Una fama del genere che precede l’oratore è molto insidiosa e non ammette scivoloni. Più avanti, nello stesso discorso, Mario Draghi sbaglierà di tre zeri il numero degli italiani ricoverati per Covid in terapia intensiva. Un lapsus grave per un economista che mangia pane e numeri che, però, gli viene perdonato dai media e dai cittadini anche grazie al suo atteggiamento umile veicolato dall’excusatio. Attenzione però: usare questa strategia non significa darsi la zappa sui piedi. Non possiamo iniziare un discorso in pubblico ammettendo candidamente: “Non ho avuto il tempo di studiare, quindi scusate perché conosco poco l’argomento”. Sarebbe un suicidio. Meglio dire: “L’argomento è talmente vasto e affascinante che spero di riuscire a sintetizzarlo nel tempo che ho a disposizione. Sarete poi voi del pubblico a dirmi se ne sono stato capace”.
Fai una battuta di umorismo
La strategia più facile per tutti per iniziare un discorso è dunque l’escusatio propter infirmitatem, che può avere la forma di un battuta autoironica. Il pubblico adora l’autoironia dell’oratore. Il matematico francese Cédric Villani pronuncia un discorso per la piattaforma Ted, facendo ironia su sé stesso come rappresentante del popolo francese. Ecco il suo incipit: “Cos’è che i francesi fanno meglio degli altri? Se facessimo un sondaggio, le prime tre risposte sarebbero: amore, vino e piagnistei”. Il pubblico ride e lui coglie l’occasione per introdurre il suo tema: “Ma lasciatemi suggerire una quarta cosa: la matematica”.
Esponi la tua tesi
Ma cosa diciamo subito dopo l’excusatio, ammesso che scegliamo di usare questo espediente? Excusatio o no, nei primi minuti del nostro discorso è utile citare in modo esplicito la tesi che vogliamo dimostrare. Lo scienziato Atul Gawande nel 2016 pronuncia un magnifico commencement address, discorso ai neolaureati, al Caltech, una delle più importanti università americane. Il suo intento è dimostrare che la conoscenza deve procedere in modo scientifico e che la scienza può essere totalmente anti-intuitiva. Nessuno, basandosi sulla semplice osservazione o sul senso comune, direbbe che la Terra è piatta o che inocularsi un virus aiuta a prevenire la malattia. Le apparenze ingannano la mente, ma il metodo scientifico corregge il tiro. Gawande introduce questa tesi in modo chiaro, e lo fa nei primi secondi del suo discorso: “Se questo posto [il Caltech] ha fatto il suo lavoro – e sospetto che l’abbia fatto – ora siete tutti scienziati. Scusate, laureati in inglese e storia, anche voi lo siete. La scienza non è una laurea o una carriera. È un impegno verso un modo sistematico di pensare, una fedeltà a un modo di costruire la conoscenza e spiegare l’universo attraverso prove e osservazioni concrete. Il fatto è che questo non è un modo normale di pensare. È innaturale e controintuitivo. Deve essere imparato”. Qual è la lezione che possiamo trarre dalla scelta retorica di Gawande? Che è possibile iniziare un discorso semplicemente esplicitando la tesi che vogliamo dimostrare.
Racconta un aneddoto o una storia
L’attore e presentatore Carlo Gabardini si serve di un aneddoto ipotetico per iniziare un discorso su YouTube, nel quale affronta il tema della discriminazione degli omosessuali. Ecco la radiografia del suo incipit. “Ciao, sono Carlo Gabardini [pronuncia semplicemente il suo nome, non si autocelebra e non sciorina il suo curriculum]. Volevo raccontarvi una storiella, che è l’unica cosa che so fare, o forse no… [excusatio propter infirmitatem]. Immaginati di nascere in un modo dove, per fare la colazione, c’è solamente la marmellata [inizio dell’aneddoto, che è anche un parallelismo]. Cioè, puoi spalmare la marmellata sul pane, sulle fette biscottate, sui biscotti… Anche le brioche ci sono solo ripiene di marmellata. Le torte ci sono solo con la marmellata. Si parla solo di marmellata. Una sera, tu vai nella tua cameretta, vai a dormire e sogni… la Nutella. La Nu-te-lla. Assaggi per la prima volta la Nutella. E ti innamori. E la mattina dopo ti svegli e sei il ragazzino più felice del mondo. Vorresti andare da tutti e dire: ‘Io l’ho trovata, ragazzi! Io amo la Nutella…’ […]. Purtroppo ti risvegli in un mondo in cui la Nutella, apparentemente, non esiste. […] Vai dai tuoi amici e dici ‘A me piace la Nutella!’ e ti dicono: ‘Cosa stai dicendo?! I veri uomini mangiano marmellata!”.
Fai una domanda retorica
Possiamo anche scegliere di iniziare un discorso con una delle figure retoriche più famose, la domanda retorica. È la soluzione adottata dalla giornalista Rula Jebreal nel suo discorso contro la violenza sulle donne al Festival di Sanremo 2020. Cita le domande assurde che minano la credibilità delle donne abusate: “Lei aveva la biancheria intima quella sera? Si ricorda di aver cercato su Internet il nome di un anticoncezionale quella mattina? Lei trova sexy gli uomini che indossano i jeans?”. Sono domande vere, realmente poste alle donne abusate nelle aule di tribunale. Nel contesto del discorso, assumono il ruolo di domande retoriche, in quanto sembra impossibile che qualcuno possa averle poste davvero e che la risposta positiva della vittima possa costituire un’attenuante per lo stupratore. Invece l’intento era esattamente questo.
Fai una provocazione o un’affermazione scioccante
Un altro modo per iniziare un discorso in pubblico è fare un’affermazione scioccante o una provocazione che stupisca il pubblico e ne catturi l’attenzione. Ad esempio, nello stesso discorso di Rula Jebreal prosegue con una provocazione: “Se le donne non vogliono essere stuprate, devono smetterla di vestirsi da poco di buono”. In questo modo Jebreal sfida i pregiudizi dell’uditorio e rafforza la sua tesi: lo stupro è un reato grave contro la persona, indipendentemente dall’atteggiamento o dall’abbigliamento della vittima.
Conclusioni
Queste sono strategie classiche e molto efficaci per iniziare un discorso in pubblico alle quali tutti si possono ispirare. Un incipit che cattura l’attenzione aiuta l’oratore a nel suo compito: prendere per mano il pubblico e portarlo con sé nel viaggio del suo ragionamento. L’incipit è esattamente il momento in cui afferriamo quella mano.
Per ulteriori consigli su come tenere un discorso in pubblico leggi anche il nostro articolo sugli esercizi di comunicazione efficace.