Dormi bene, amico mio

Se vogliamo imparare come si tiene un discorso, dobbiamo osservare quel mostro di oratoria di Bill Cliton, ex presidente degli Stati Uniti. Lo abbiamo visto ieri, 1 luglio, in occasione della del funerale di Helmut Kohl, l’ex cancelliere tedesco morto il 16 giugno scorso all’età di 87 anni. Clinton ha concluso il suo discorso con le seguenti parole: “Dormi bene, amico mio. Il più grande dono che ci hai lasciato è la lezione che ci insegna che quello che conta di più nella vita è ciò che lasciamo ai nostri figli: la libertà, la pace, la sicurezza per costruire la loro prosperità e per inseguire i loro sogni. E di credere che possono essere grandi, quando costruiscono, non quando distruggono”.

Magistrale anche il linguaggio del corpo. Bill Clinton legge da un foglio solo all’inizio. Poi guarda il pubblico dritto negli occhi, cercando lo sguardo di tutti i presenti in sala.

A tratti la voce è rotta dall’emozione. Soprattutto quando pronuncia le frasi finali. Le braccia sottolineano le parole, a riprova del fatto che gesticolare non è un difetto – come spesso si pensa – ma un modo per sottolineare il dire. Solo un esempio:

“Helmut Khol ci ha dato la possibilità di essere coinvolti in qualcosa di più grande di noi. Più grande del nostro incarico [Clinton muove il dito indice in modo ritmico, per sottolineare le parole che sta pronunciando, lo sguardo cerca l’uditorio, foto 1]. Più grande della nostra fugace carriera [Clinton allarga le braccia, per sottolineare la grandezza, foto 2]. Perché ognuno di noi, prima o  poi, giacerà in una bara come questa”.

Foto 1
Foto 2