L’algoritmo che gestisce la nostra vita: un bene o un male?
Dopo un periodo di amore incondizionato per i nuovi strumenti digitali, ora siamo ad un bivio: il web che si prende sempre più cura della nostra vita, è un bene o un male?
È vero che l’uomo e’ per sua natura opaco, inaffidabile e propenso all’errore. Ma gli algoritmi – che non sbagliano mai, non vengono distratti dalle emozioni e sono “trasparenti” per costruzione – sono sempre in grado di spiegare il criterio con cui hanno deciso?
L’algoritmo diventa quindi l’imputato di questo “processo”.
L’algoritmo è un amico fedele, ma può essere invadente.
L’algoritmo ti fa trovare quello che cerchi, ma sa anche cosa ti piace, dove vai, cosa fai e con chi.
L’algoritmo pensa sempre a te, ma non può dimenticarti.
L’algoritmo ti difende dall’orda delle informazioni, ma sceglie lui al tuo posto.
L’algoritmo non ha emozioni e non sbaglia mai, ma non cambia idea.
L’algoritmo è sempre al tuo fianco. E questo è bene. Ed è anche male.
L’algoritmo e’ dunque innocente o colpevole?
Intervengono
Andrea Granelli, fondatore Kanso Srl e vice-presidente associazione PerLaRe
Marco Muzzarelli, direttore ENGIM Piemonte Artigianelli Torino