Quando un particolare diventa l’elemento centrale di un racconto.
La notizia della scomparsa, a 48 anni, del maestro Ezio Bosso, avvenuta nella notte del 15 maggio, ha commosso il pubblico, che ha avuto la fortuna di assistere alle sue appassionate e appassionanti esibizioni musicali, in qualità di pianista o direttore d’orchestra e di conoscere la sua umanità.
Nell’ottica della retorica, la disciplina che si occupa degli “effetti speciali” della lingua (copyright Bice Mortara Garavelli) e che è il campo della nostra associazione, tra i tanti ricordi di amici e colleghi si distingue quello di Paolo Fresu : “Una mattina mi chiamò al telefono per comunicarmi di essere stato invitato al Festival di Sanremo. Gli dissi che mi sembrava un’idea malsana ma la sera che lo vidi in tv piansi sulla tovaglia a quadri di una pizzeria” (1).
In un primo momento, la “tovaglia a quadri di una pizzeria” potrebbe parere un particolare superfluo, gratuito, insignificante. Invece, a un’attenta analisi, si rivela l’elemento che rende più icastico (e, nello specifico, più emozionante) il messaggio. Infatti è proprio con tale immagine che si crea un effetto di realtà. Si ha l’impressione di scorgere il trombettista sardo, che con le lacrime agli occhi guarda sul piccolo schermo l’esecuzione di un musicista (e un uomo) che oggi rimpiangiamo.
Occorrenze di questo procedimento, consistente nel rilevare dettagli apparentemente privi d’importanza, ma al contrario funzionali alla produzione di un senso di presenza, si trovano in letteratura. Una studiosa ha individuato alcuni casi nel romanzo I Promessi Sposi (2). Ecco i relativi estratti:
“[Perpetua] venne finalmente, con un gran cavolo sotto il braccio e con la faccia tosta, come se nulla fosse stato” (cap. II)
“Il frate [padre Cristoforo] s’avanzò e, messosi a sedere su un panchetto a tre piedi, troncò i complimenti, dicendo a Lucia: ‘quietatevi, povera figliuola. E voi’, disse poi ad Agnese, ‘raccontatemi cosa c’è!’” (cap. V).
Note
(1) facebook.com/paolofresuofficial, 15 maggio 2020 alle 01:54.
(2) Elena Sala Di Felice, Costruzione e stile nei Promessi Sposi, Liviana, 1977, pp. 137-138.