Fenomenologia della supercazzola

Se non capisci un tubo non è sempre colpa tua. È colpa della supercazzola

Quando ascoltiamo i politici, o il nostro capo in azienda, o navighiamo nel web ci capita di sentirci idioti, inadeguati, improvvisamente stupidi. Invece non è così. Se non capiamo un tubo, non è sempre colpa nostra.

Tutti ricordiamo la supercazzola del film Amici Miei di Mario Monicelli: “Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?”. La supercazzola del film era un parlare volutamente fumoso, un nonsense. Però la supercazzola può presentarsi in modo più sottile e nascondersi dietro ad affermazioni che sembrano non fare una piega. E, quando assume questo aspetto, è molto più insidiosa.

Cosa c’è dietro questa forma di supercazzola?

Ci sono le fallacie, ossia ragionamenti che sembrano corretti, ma contengono un errore nascosto. La loro forma apparentatemene logica li fa essere, però, subdolamente persuasivi. Niente di nuovo: le fallacie ci sono sempre state e tutti le usiamo, più o meno a nostra insaputa. E le subiamo, più o meno a nostra insaputa.

Qualche esempio. Partiamo dalla falsa dicotomia. La realtà viene semplificata, diventando binaria. L’uditorio deve per forza scegliere da quale parte stare, anche se nessuna delle due parti lo rappresenta completamente. O A o Z. Non ci sono opzioni intermedie. Un esempio:  “Aiutiamo quelli che vengono dall’altra parte del Mediterraneo e non aiutiamo il disabile che sta sul nostro pianerottolo” dicono i detrattori delle politiche dell’accoglienza. Invece mi piace pensare che ci possa essere una politica che ci permetta di aiutare gli uni e gli altri.

Un altro esempio è la fallacia della brutta china. Funziona così: si presentano come inevitabili le conseguenze catastrofiche di un fatto, anche se non c’è nessuna prova sulla relazione di causa-effetto. Le nonne, amanti della brutta china, minacciavano: “si comincia con una sigaretta e si finisce drogati”.  Torniamo all’esempio di prima: “Se continuano ad arrivare i migranti, finiremo tutto musulmani”. Non ci sono prove, infatti i Paesi con forte immigrazione non sono diventati musulmani.

Ma ci sono anche delle espressioni spia, che ci avvertono che ci siano imbattuti in una supercazzola. Si riconoscono, perché vanno bene per tutte le occasioni: per il circolo del tennis, la cena aziendale, il comizio in piazza. “Ripartire dalle persone”, “auspicata stagione di crescita”, “volano per nuove forme di lavoro”. Il repertorio si può arricchire con le “coppie fisse”, quelle parole che si presentano spesso insieme: “progetti concreti” (da preferire a quelli evanescenti), “tecnologie innovative” (da preferire a quelle obsolete, a meno che non si voglia aprire un museo della scienza e della tecnica). Catalano docet.

E ora i negazionisti. “i vaccini non servono, basta portare i bambini dai cuginetti con il morbillo. Le nostre nonne facevano così”. È la fallacia ad verecundiam: se lo facevano le nonne, allora è giusto. Siamo sicuri?

Ma veniamo al linguaggio delle aziende, dove spesso le brutte notizie si nascondono dietro all’Itanglish, quel parlare che mescola brutalmente italiano e inglese. Ti dicono: “non ti do il part time, perché la nostra policy non lo prevede”. Ma chi è Policy? Sei tu che non mi vuoi dare il part time. Non Policy. Parliamoci chiaro!

Oppure ci dicono che un evento “avrà luogo nella splendida cornice”. Ma chi se ne frega! Dimmi che cosa succederà e perché dovrei venire. un numero eccesivo di comunicati stampa inizia con questa frase stereotipata. Ringraziando il cielo, viviamo in un Paese dove le splendide cornici non mancano. 

Anche il settore della formazione ha le sue supercazzole. Avete visto su Linkedin quanti si definiscono life coach? Allenatori di vita? Maestri di vita? E chi sei Gesù? Cammina sulle acque e poi ne parliamo… 

Ma la supercazzola delle supercazzole, quella che ti deve mettere subito in allarme e farci attivare, il supercazzola detector, è: “lo dice scienza”. Incontriamo questa espressione nei post sui social: “mangiare la cioccolata fa dimagrire, lo dice la scienza”, “chi beve vino è più intelligente, lo dice la scienza”, “Le persone disordinate sono più creative, lo dice la scienza”. Quando?  In quale studio? Su quale campione è stata condotta l’indagine? Sono tutte informazioni sulle quali la vaghezza regna sovrana.  Quindi non lo dice la scienza, lo dice la supercazzola!