Spesso, quando ascoltiamo un discorso, cadiamo in una sorta di torpore. Pensiamo ad altro: a cosa cucinare per cena, alla partita di calcetto, allo scaldabagno che non va. Solo qualche volta ritorniamo sulla Terra, perché qualcosa che ha detto l’oratore ci ha risvegliato
Succede quando ci colpiscono i “tuoni nella notte”. Cosa sono? Si tratta delle uniche parole che ricorderemo, perché hanno il potere di tatuarsi nella nostra memoria.
Cristiano Carriero de LaContent mi ha chiesto come sarà la retorica del futuro. Ovviamente non ne ho la più pallida idea. Ma una piccola e modesta previsione posso azzardarmi a farla. La retorica del futuro sarà basata sulla brachilogia, ossia sulla battuta breve e incisiva. Nel bene e nel male. Nella valanga esponenziale delle informazioni, pochi avranno la concentrazione necessaria per andare in profondità. E qui la domanda cattiva: quante volte abbiamo condiviso un contenuto sui social senza verificare dove portava il link al quale era collegato? Anche se la risposta è “una volta” è già tanto. Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Ovviamente la brachilogia ha una sua funzione precisa, la battuta fulminante non sostituisce il pensiero ma apre ad esso, evocandolo. Il problema è quando ci si limita alla battuta e, per pigrizia o sciatteria intellettuale, non si scava oltre la superficie.
Tornando ai tuoni nella notte, essi hanno un ruolo fondamentale nel discorso. Non possono mancare, l’oratore li deve ricercare e inserire nella sua allocuzione.
Ma quali sono le espressioni degne di diventare tuoni nella notte? Possono essere slogan, esempi, aneddoti (reali o inventati), attacchi diretti a qualcuno, metafore, analogie… Anche qui, corre l’obbligo di dire che i tuoni possono essere usati con finalità positive o negative. Di seguito esempi tratti da oratori e da contesti diversi.
Il tuono dei tuoni nell’oratoria italiana – il tuono per antonomasia – ha l’aspetto gentile della carezza di Giovanni XXIII: “Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite ‘Questa è la carezza del Papa’” (Discorso della Luna, 11 ottobre 1962).
In tutt’altro contesto e con ben altre intenzioni, un tuono nella notte ha fatto tremare il mondo quando Al Badhdadi, autoproclamandosi califfo, ha minacciosamente dichiarato: “Questo è il fondamento dell’Islam: un libro che ci guida e una spada che lo difende” (Discorso a Mosul, 5 luglio 2014).
Anche una ragazzina di 17 anni ha fatto risuonare i suoi tuoni nella notte. È Malala e, nel suo discorso all’Onu del 2013, ha sfidato apertamente i talebani che le hanno sparato in testa solo perché voleva andare a scuola e studiare: “I talebani hanno paura dei libri perché non sanno che cosa c’è scritto dentro” “Pensano che Dio sia un piccolo essere conservatore che manderebbe le bambine all’inferno soltanto perché vogliono andare a scuola.” (Nazioni Unite, 12 luglio 2013).
Un tuono al quale sono affezionata arriva dalla conduttrice televisiva Oprah Winfrey e da una suo discorso ai Golden Globe del 2018. Oprah ricorda la sua epifania, la sua rivelazione: il momento in cui si rende conto che – anche se è una bambina nera, nata da una madre single che vive in un quartiere povero – potrà avere la sua occasione per brillare: “Nel 1964, ero una bambina seduta sul pavimento in linoleum della casa di mia madre a Milwaukee, che guardava Anne Bancroft presentare l’Oscar per il miglior attore al 36° Academy Awards. Ha aperto la busta e ha detto cinque parole che hanno fatto letteralmente la storia: Il vincitore è Sidney Poitier. In quel momento è arrivato l’uomo più elegante che abbia mai ricordato” (7 gennaio 2018).
Un tuono può arrivare anche dall’attacco a un nemico: “Fino a che punto abuserai, o Catilina, della nostra pazienza?” è l’exordium ex abrupto dell’orazione di Cicerone. Con i dovuti distinguo, proprio ieri abbiamo assistito a un attacco al “nemico” (oggi lo chiamiamo dissing) da parte del premier Conte che non l’ha mandata a dire a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il tema del contendere era il Mes, il fondo salva stati, e le sue modalità di attivazione in tempi di Coronavirus: “Il Mes non è stato attivato la scorsa notte, come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato – questa volta lo devo dire, devo fare nomi e cognomi – da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo Governo non lavora col favore delle tenebre”.
Cambiamo ancora argomento e andiamo al rap. Il rapper cerca il tuono e lo chiama punch line (verso-cazzotto). Frankie Hi-NRG etichetta gli arroganti della nostra società con una barra estremamente brillante: “Spendono, spandono e sono quel che hanno” (Quelli che benpensano, La morte dei miracoli, 1997).
Sempre restando nel mondo del rap, Salmo tuona contro la politica:
Pronto soccorso, huh, siamo già morti, ehi
Lottando in un mare di odio, affogati dai nostri rimorsi
Dio non l’ho visto ma ci conosciamo
Odio la Chiesa ma sono cristiano
Prima di essere un vero italiano, cerca di essere umano.
(90 MIN, Sony, Machete, 2018)