Il caso invalidante delle mutande da mercato

Qual è l’antidoto della fallacia della generalizzazione indebita? Il caso invalidante. Un esempio da un’intervista a Ezio Mauro

In occasione della pubblicazione del suo libro La dannazione (Feltrinelli), sulla scissione tra socialisti e comunisti al congresso di Livorno, nel 1921, il giornalista e scrittore Ezio Mauro ha rilasciato un’intervista. Rispondendo a una domanda, ha ricordato uno dei momenti evidentemente fondamentali nella sua attività di cronista:

“Nell’ottobre del 1977 le Br gambizzarono Antonio Cocozzello, un consigliere comunale democristiano che era stato protagonista delle lotte contadine in Basilicata. Aveva studiato grazie al sindacato. Arrivai quando i soccorritori gli stavano tagliando i pantaloni: lo vidi a terra, dolorante, le mutande da mercato che poteva avere mio nonno. Mi indicò una cartellina di plastica marrone: per favore, portala alla Cisl, dentro ci sono le pratiche di due pensionati. Tornato al giornale, lessi il comunicato dei terroristi che lo indicava come ‘servo delle multinazionali’” (1).

Anche a una prima lettura colpisce il riferimento a particolari apparentemente privi d’interesse, ma che, a dire il vero, rappresentano la prerogativa di uno stile icastico: “le mutande da mercato”, “una cartellina di plastica marrone”. Attraverso simili immagini si crea un senso di presenza e al lettore sembra di assistere a ciò che è narrato (2).

Tuttavia, al di là di questo aspetto, l’efficacia del racconto dipende specialmente da due elementi dell’antica disciplina che ha per obiettivo la persuasione. Parliamo innanzitutto del logos, lo strumento retorico di ordine razionale, contraddistinto – nella definizione di Olivier Reboul – dalla “attitudine a convincere grazie alla sua apparenza di logicità” e che quindi “concerne l’argomentazione propriamente detta” (3).

Più precisamente il ragionamento dell’ex direttore della Stampa e della Repubblica racchiude il caso invalidante o exemplum in contrarium, “che – hanno rilevato Chaïm Perelman e Lucie Olbrechts-Tyteca – impedisce una generalizzazione indebita dimostrandone l’incompatibilità con quello” (4).

L’affermazione dei brigatisti, la considerazione di ogni democristiano quale “servo delle multinazionali”, non poteva avere una validità generale, giacché inconciliabile per l’appunto con le vicende della persona da loro ferita (e ovviamente di tante altre): “Era stato protagonista delle lotte contadine in Basilicata”, “aveva studiato grazie al sindacato” e, da ultimo, “a terra, dolorante”, si raccomandava per evitare lo smarrimento delle “pratiche di due pensionati”. Emergeva dunque una netta contrapposizione tra la realtà della sua vita e l’ideologia aberrante degli attentatori. In proposito è assolutamente pertinente il commento di Ezio Mauro: “Il giornalismo mi ha messo sempre davanti i fatti, aiutandomi a capire come stanno veramente le cose”.

L’impianto argomentativo nella ricostruzione dell’episodio si differenzia dallo schema più convenzionale. In effetti, la tesi dei feritori è preceduta dalla sua confutazione. Così si viene subito a conoscenza della vera condizione di Antonio Cocozzello. Ne deriva immediatamente una carica patemica, ossia relativa al pathos, il mezzo persuasivo di carattere affettivo costituito – citiamo la spiegazione classica di Olivier Reboul – dall’“insieme di emozioni, passioni e sentimenti che l’oratore deve suscitare nel suo uditorio grazie al suo discorso” (5): nello specifico, nonostante siano passati molti anni, l’intervistato provoca (o rinnova) nel pubblico un atteggiamento solidale nei confronti del consigliere comunale vittima della violenza e la condanna per gli autori.

Note

(1) Simonetta Fiori, “Chiedimi chi erano i comunisti”, il venerdì di Repubblica, 20 novembre 2020, p. 22.

(2) Cfr. l’articolo “Ezio Bosso, Paolo Fresu e il dettaglio della tovaglia a quadri”, pubblicato nel nostro sito il 2 giugno 2020.

(3) Olivier Reboul, Introduzione alla retorica, Il Mulino, 1996, pp. 36 e 70.

(4) Chaïm Perelman e Lucie Olbrechts-Tyteca, Trattato dell’argomentazione. La nuova retorica, Einaudi, 2013, p. 386. Riguardo a tale tecnica, è possibile leggere i seguenti articoli, pubblicati nel nostro sito: “Il caso invalidante in pubblicità” (8 ottobre 2018), “Un bacio come caso invalidante” (29 gennaio 2019), “Il caso invalidante nel discorso politico in Italia” (2 maggio 2019) e “Il caso invalidante nel discorso politico negli Stati Uniti” (13 ottobre 2019).

(5) Olivier Reboul, op. cit., p. 70.