A trent’anni dalla prima edizione, Bompiani ripubblica il “Manuale di retorica” di Bice Mortara Garavelli, con la prefazione di Stefano Bartezzaghi
Chi è la signora italiana della retorica? La risposta è semplice: Bice Mortara Garavelli.
Il suo manuale, pubblicato per la prima volta nel 1988, esce nuovamente nelle librerie. Una lettura fondamentale per chi ama la retorica, ma non solo. Il Manuale è uno strumento per comprendere le tecniche di persuasione del dibattito pubblico contemporaneo, ricco di retorica a sua insaputa. La situazione è semplicemente paradossale. Siracusa è il luogo di origine della retorica, che risale al V secolo a.C. Inoltre la retorica è presente in dosi massicce nella nostra vita, nelle conversazioni in famiglia, nei social, nella politica… Ciononostante, la retorica – da noi – è un’arte poco conosciuta, poco considerata e pochissimo insegnata.
Il Manuale di Mortara Garavelli è un’opera completa e chiara, che porta il lettore per mano dalle origini di questa complessa e affascinante arte fino a nostri giorni. Garavelli parte da Empedocle di Agrigento, Protagora e Gorgia; per poi affrontare Platone, Aristotele e Cicerone; fino ad arrivare alla recente teoria generale dell’argomentazione e alle nuove retoriche, cui è dedicato l’ultimo capitolo del libro.
A cosa serve oggi questo excursus? È semplice. A essere meno indifesi di fronte alle armi della manipolazione e del populismo. Sì, perché la retorica serve a imparare a comunicare meglio, ma anche a capire meglio. È strumento di espressione, ma anche di comprensione. Il “contratto del governo del cambiamento” Lega-M5S? Non è un contratto, è una metafora. L’”obbligo flessibile” sui vaccini della ministra Grillo? Non è un obbligo, va da sé, perché è un ossimoro. Tornando indietro nel tempo e cambiando schieramento, i “gufi” e i “rosiconi” di Renzi? Non sono semplici prese in giro di chi non è d’accordo, sono fallacie…
Affrontare il dibattito pubblico e i social media senza una minima conoscenza della retorica è come andare nudi al Polo Nord. Per questo motivo, come PerLaRe-Associazione Per La Retorica, proponiamo di reintrodurre lo studio di questa materia nelle scuole, nei centri di formazione e nelle università italiane. Il solo studio delle figure in un testo poetico non basta. La retorica deve essere intesa come disciplina attiva, con le gare di eloquenza, le dispute e le guerre di parole. Occasioni in cui attingere a piene mani dalle sue strategie per riconoscerle e servirsene con consapevolezza. In un’intervista del 2015 a Bice Mortara Garavelli, Antonio Gnoli le chiede: ”Qual è il fascino della retorica? L’arte di persuadere. Qual è il limite? La capacità di ingannare. Il Manuale con la M maiuscola è la rampa di lancio per esplorare le due facce del pianeta comunicazione. Da leggere, studiare, consultare.