La supercazzola sui vaccini

Una norma contenuta nel decreto milleproroghe infrangerebbe, di fatto, l’obbligo delle vaccinazioni. Un caso di retorica della supercazzola?

“Garantiremo l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la protezione dei compagni in regola col calendario vaccinale”. E’ la rassicurazione della ministra Grillo ai genitori dei bambini immunodepressi che non possono essere vaccinati. Creare classi speciali è complicato. E anche ingiusto. Ma, a parte questo, i bambini immunodepressi non vanno al bagno? non vanno alla mensa? non vanno in palestra? non si fermano davanti alla scuola per giocare con i compagni? non vanno alle feste di compleanno? non vanno a dormire dagli amici?

E l’ultima domanda è: siamo di fronte a una supercazzola per dare un colpo al cerchio dei no vax, uno alla botte della scienza e non prendere posizione? “Antani, blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra?” disse il conte Mascetti.

In generale, la discussione sui vaccini è ricca di fallacie, come spesso accade nel dibattito pubblico. In un vecchio video, Paola Taverna, oggi vicepresidente del Senato, fa riferimento a una pratica che si usava qualche decennio fa: andare a trovare bambini con malattie infettive per assicurare ai propri figli un vaccino fai da te. “Io quando ero piccola, che poco poco c’avevo un cugino che c’aveva una malattia esantematica – facevamo la processione”.
L’argumentum ad verecundiam fa riferimento a un’autorità che generalmente è comunemente rispettata (o è presentata come tale). In questo caso, i nostri genitori e le loro abitudini: se lo facevano loro è giusto. Suona bene, ma non per questo è giusto. Le fallacie sono insidiose perché sembrano logiche, ma contengono un errore nascosto.

Sul tema della scienza, guarda il discorso di Atul Gawande.