“Ti riamo”. Venticinque anni dopo, il discorso della ri-discesa in campo di Silvio Berlusconi sembra uno scherzo di Lercio. “
Sembra uguale, ma è diverso. Un po’ diverso. La pronuncia è meno precisa, sullo sfondo appaiono le bandiere dell’Europa e dell’Italia. Rimane però il set con la libreria e le cornici d’argento, come nella casa borghese degli anni Novanta. “Le buone cose di pessimo gusto!” scriveva Guido Gozzano.
I tempi invece si restringono, per adattarsi alle ristrette frontiere che impone la soglia di attenzione 4.0: il discorso del gennaio del 1994 durava nove minuti, quello di oggi ne dura appena tre, anche se sembrano quindici, considerando che è un film che abbiamo tutti già visto.
L’incipit è identico: “L’Italia è il Paese che amo” cui aggiunge “Con queste parole mi rivolsi agli italiani nel 1994 per salvare l’Italia da un grave pericolo, quello comunista. Oggi c’è un altro pericolo, rappresentato dai Cinque stelle, per questo credo che l’appello di allora sia drammaticamente attuale”.
Con il ri-discorso Silvio Berlusconi presenta la sua candidatura alle elezioni europee.
Quando si dice déjà-vu.