Moro, Aldo – Il governo di solidarietà nazionale: intervento, gruppi parlamentari del partito (DC), 28 febbraio 1978

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Nelle elezioni politiche anticipate del 1976, non avvenne il “sorpasso”: il Pci non superò la Dc, ma registrò una decisiva avanzata elettorale. Il Partito Comunista ottenne il suo massimo risultato storico alle politiche, con il 34,4 per cento; mentre la Dc prese il 38,7 per cento.
Il risultato finale era un sostanziale pareggio. Il blocco della sinistra (PCI + PSI + altri partiti minori) aveva avuto circa il 45 per cento dei voti; il blocco di centro (DC + repubblicani + socialdemocratici + liberali) aveva ottenuto sostanzialmente lo stesso risultato. “Senza una maggioranza parlamentare chiara – all’epoca si votava con un sistema proporzionale puro – si aprì quindi il problema di come formare il governo. Il punto centrale era infatti se i comunisti potessero o meno partecipare al governo, senza enormi conseguenze a livello interno e internazionale.” (http://www.ilpost.it/2013/04/10/il-governo-della-non-sfiducia-nel-1976/)
Si giunse, infine, a un governo monocolore. Il nuovo governo era guidato da Giulio Andreotti e passò alla storia come “governo della non sfiducia”, a seguito di una delle solite arguzie linguistiche di Andreotti: «Ho pertanto proposto al Capo dello Stato la nomina dei ministri che oggi con me si presentano per ottenere la fiducia o almeno la non sfiducia del Senato e della Camera dei deputati».
Nel gennaio 1978 si aprì la crisi di governo, che portò a un altro governo Andreotti. Il 28 febbraio 1978 si riunirono i gruppi parlamentari di Camera e Senato della DC. In quella occasione il Presidente della DC Aldo Moro tenne il discorso che riportiamo. L’obiettivo era trovare un accordo dei parlamentari della DC riguardo l’ingresso del Partito Comunista nella maggioranza di governo.
Il 16 marzo, le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro e uccisero gli uomini della sua scorta, poche ore prima della presentazione del nuovo governo al Parlamento.
L’eloquenza di Moro viene sintetizzata con l’ossimoro “convergenze parallele”, espressione che non sembra sia mai stata pronunciata dal politico di Maglie. Ma il paradosso apparente dell’ossimoro non era certamente disdegnato dalla retorica dello statista che, nel discorso che riportiamo, se ne serviva per caldeggiare la “convergenza” della sua Democrazia Cristiana con il Partito Comunista. È il caso di un altro ossimoro: la flessibilità nella coerenza.
“Se non avessimo saputo cambiare la nostra posizione quando era venuto il momento di farlo, noi non avremmo tenuto, malgrado tutto, per più di trent’anni la gestione della vita del Paese. L’abbiamo tenuta perché siamo stati capaci di flessibilità ed insieme capaci di un’assoluta coerenza con noi stessi, sicché in nessun momento abbiamo smarrito il collegamento con le radici profonde del nostro essere nella società italiana. La nostra flessibilità ha salvato fin qui, più che il nostro potere, la democrazia italiana.”
Aldo Moro, Intervento gruppi parlamentati, 28 febbraio 1978
Ascolta il discorso.