O dubitazione o esitazione.
Consiste nel porre uno o più quesiti per valutare il pro e il contro prima di prendere una decisione. Nel capitolo V del romanzo I Promessi Sposi, padre Cristoforo così pensa a come troncare la persecuzione di Lucia da parte di don Rodrigo:
“Mettere un po’ di vergogna a don Abbondio, e fargli sentire quanto manchi al suo dovere? Vergogna e dovere sono un nulla per lui, quando ha paura. E fargli paura? Che mezzi ho io mai di fargliene una che superi quella che ha d’una schioppettata? Informar di tutto il cardinale arcivescovo, e invocar la sua autorità? Ci vuol tempo: e intanto? e poi? Quand’anche questa povera innocente fosse maritata, sarebbe questo un freno per quell’uomo? Chi sa a qual segno possa arrivare?… E resistergli? Come? Ah! se potessi”, pensava il povero frate, “se potessi tirar dalla mia i miei frati di qui, que’ di Milano! Ma! non è un affare comune; sarei abbandonato. Costui fa l’amico del convento, si spaccia per partigiano de’ cappuccini: e i suoi bravi non son venuti più d’una volta a ricoverarsi da noi? Sarei solo in ballo; mi buscherei anche dell’inquieto, dell’imbroglione, dell’accattabrighe; e, quel ch’è più, potrei fors’anche, con un tentativo fuor di tempo, peggiorar la condizione di questa poveretta”. Contrappesato il pro ed il contro di questo e di quel partito, il migliore gli parve d’affrontar don Rodrigo stesso, tentar di smoverlo dal suo infame proposito, con le preghiere, coi terrori dell’altra vita, anche di questa, se fosse possibile”
Inoltre, per mezzo di tale figura retorica, si dimostra incertezza di fronte a ragionamenti opposti di eguale validità. Un esempio è costituito da uno spot, realizzato per un brand internazionale che si occupa della produzione e commercializzazione di banane. Una voce fuori campo chiede: “Sano o buono?”. La risposta viene data senza indugio: “Chiquita è sempre la scelta migliore!”. Nella fattispecie emerge una coincidenza con l’antipofora, con la quale si fa una domanda, a cui l’emittente stesso del messaggio risponde immediatamente, allo scopo di stimolare l’attenzione e favorire il coinvolgimento del ricevente.
Con l’aporìa è anche possibile dubitare della giustezza, della verità di ciò che pure si sostiene o manifestare la difficoltà di dare un giudizio, di pronunciarsi su una questione. Ciò avviene nell’ode Il Cinque Maggio di Alessandro Manzoni: “Fu vera gloria? Ai posteri / l’ardua sentenza…” (vv. 31-32).
In certi casi così si mette in rilievo una situazione, come nel seguente passo, tratto dalla Retorica ad Erennio, in cui è importante, evidentemente, screditare i governatori e non stabilire la causa del loro malgoverno: “In quel tempo nocque moltissimo al governo dei consoli non so se si debba dire la stoltezza o la perversità, o l’una e l’altra” (4, 29, 40).
Voce a cura del socio Giorgio Matza.