Captatio benevolentiae

Captatio Benevolentiae: definizione, significato ed esempi

La captatio benevolentiae, (pronuncia: kaptàzzio benevolènzie), è un topos (vedi voce Topos) retorico che, di norma, si trova all’inizio di una composizione orale o scritta e viene utilizzato per stimolare un atteggiamento benevolo da parte del pubblico. Talvolta è usata nella forma “ad captandam benevolentiam”.

Etimologia

Locuzione latina, “conquista della benevolenza”, da capio, “afferrare” e benevolentia, “benevolenza”.

Captatio Benevolentiae: esempi

Vediamo alcuni esempi famosi dell’utilizzo della captatio benevolentiae in letteratura e non solo: la captatio benevolentiae è infatti uno dei topos più impiegati per iniziare un discorso.

Piacciavi, generosa Erculea prole,
ornamento e splendor del secol nostro,
Ippolito, aggradir questo che vuole
e darvi può l’umil servo vostro.
(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, 1532).

“Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.”

(Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, 1840-1841 ca.).

“Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: e soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa considerare come imputato e l’essere citato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione.”
(Alcide De Gasperi, Discorso alla Conferenza di pace di Parigi, 10 agosto 1946).

“Quando hanno pronunciato il mio nome è come se avessi sentito mezza America dire: «Oh no, ancora lei!»”. “Comunque, Non sarò quassù di nuovo.”
(Maryl Streep alla cerimonia di consegna del suo terzo Oscar, febbraio 2012).