Fallacia dell’evidenza soppressa o cherry picking

È la fallacia, il ragionamento capzioso, che “consiste – menzioniamo Franca D’Agostini – nell’ignorare o tacere dati che potrebbero essere in contrasto con quel che si vuole sostenere” (Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico, Bollati Boringhieri, 2010, p. 150). Viene pure indicata con l’espressione metaforica inglese cherry picking (“raccolta delle ciliegie”), con cui si dà l’idea della scelta dei frutti migliori e dello scarto di tutti gli altri.

Un esempio è costituito da un’affermazione di Matteo Salvini. Quando da ministro dell’Interno ordinò la chiusura dei porti per impedire lo sbarco dei migranti e la magistratura avviò un’indagine per sequestro di persona, si lagnò, sottintendendo una grave ingiustizia: “Salvano gli scafisti e processano me”. Si limitava ad asserire che i trafficanti di esseri umani sono sottratti al naufragio, ma ometteva quanto ne deriva, cioè l’arresto, il giudizio e la condanna.

Alla festa della Lega, a Massa, il 19 agosto 2019, fu perentorio: “Chiediamo la cosa più democratica del mondo: le elezioni” (YouTube – Governo, Salvini spinge per il voto). Effettivamente è indubbio che il popolo eserciti la sovranità con la designazione dei suoi rappresentanti. È, però, privo di fondamento pensare che sia possibile votare in qualsiasi momento, su richiesta di un’organizzazione politica. Nel nostro Paese la legislatura dura cinque anni e lo scioglimento anticipato delle Camere è una prerogativa del Presidente della Repubblica, il quale vi procede soltanto dopo aver constatato che non è realizzabile la formazione di un nuovo governo.

Un’altra occorrenza si può ricavare dall’intervento di una deputata di Fratelli d’Italia in difesa di un macellaio. Stando a ciò che dice lei, il commerciante è stato condannato a una pena detentiva (quattro anni e undici mesi) per aver colpito con alcune fucilate, nel 2013, all’interno della sua proprietà, un malvivente. Così Maria Cristina Caretta ha espresso tutta la sua indignazione: “Ladri a spasso e vittime in carcere. Il mondo è capovolto ed è intollerabile che Walter Onichini sia in carcere per aver difeso sé stesso e la sua famiglia da dei ladri albanesi che si erano introdotti in casa sua”. Tuttavia la ricostruzione dell’esponente del partito di Giorgia Meloni è alquanto parziale. Con l’aiuto del giornalista Gian Antonio Stella, molti lettori, che magari non avevano avuto notizia di quel fatto di cronaca, hanno potuto sapere qualcosa di più: “Onichini, col ferito che rantola a terra ormai indifeso, non chiama un’ambulanza e non telefona alla polizia […] Carica Elson Ndreca e fila via […] Scarica il ferito in un canale pieno d’acqua e se ne torna a casa […] Tenendo per sé il segreto su dove sia il ladro in agonia che si salverà solo […] grazie a un extracomunitario che in bici sta andando al lavoro e si precipita ad avvertire i carabinieri” (Corriere della Sera, 18 settembre 2021, p. 23).

All’evidenza soppressa è ricorsa, da primo ministro, la leader del centrodestra, come risulta dal seguente estratto da un articolo: “Per difendere la proposta di alzare il tetto al contante a 10 mila euro, Giorgia Meloni cita un autorevole economista. Per di più del Partito democratico, con un colpo basso all’opposizione che strappa un applauso convinto dai banchi della maggioranza. Nel suo discorso per la fiducia al Senato la premier ha ricordato che nel 2015 Pier Carlo Padoan, ex dirigente del Fondo monetario e dell’Ocse, e all’epoca ministro dell’Economia con il governo Renzi, dichiarò ‘non esserci correlazione tra l’uso dei contanti e l’evasione fiscale’. Parole effettivamente pronunciate dall’economista, nel momento in cui il suo governo innalzava la soglia da mille a 3 mila euro. Peccato che Meloni abbia omesso di ricordare che lo stesso Padoan, qualche tempo dopo, fece mea culpa”. Infatti, nel 2019, “ritornò pubblicamente su quella scelta, facendo autocritica. ‘È stato un errore, e io ero contrario’, disse ospite ad Agorà Rai su Rai 3 […] ‘Al presidente del Consiglio ho detto tante cose ed anche questa – aggiunse Padoan parlando di Renzi – posso dirlo adesso dopo un po’ di tempo’”. Invece Meloni “per difendere la sua misura ricorda solo una piccola parte della storia” (la Repubblica, 26 ottobre 2022).

Un ulteriore caso della fallacia si desume da una rubrica di un quotidiano. Massimo Gramellini s’immagina l’obiezione di un no-vax: “Hai visto che Colin Powell è morto di Covid nonostante avesse fatto due dosi di vaccino? Ecco la prova che vaccinarsi non serve a niente”. Il notista ha commentato: “In realtà è la prova che neanche il vaccino rende immortali. Colin Powell aveva 84 anni (7 in più della aspettativa media di vita di un maschio statunitense) e soffriva di una grave patologia pregressa, il mieloma” (“Il caffè”, in Corriere della Sera, 19 ottobre 2021, p. 1). Il medesimo ex Segretario di Stato americano nel luglio scorso aveva parlato delle sue condizioni di salute, ma con senso dell’umorismo, con Bob Woodward, il famoso cronista del Washington Post: “Ho un mieloma multiplo e il morbo di Parkinson. Ma per il resto sto bene” (in repubblica.it, 19 ottobre 2021).

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