Fonosimbolismo: definizione e significato
/fo·no·sim·bo·lì·ṣmo/
Il fonosimbolismo è un procedimento che consiste nello sfruttamento delle potenzialità imitative della realtà possedute dai fonemi, che sono alla base del significante (l’elemento fisico-materiale del segno).
Nei linguaggi creativi (per esempio, in poesia, in pubblicità ecc.) si utilizzano proprio per la loro capacità di imitare il significato (l’elemento concettuale astratto), di suggerire sensazioni acustiche o visive o tattili. Emerge pertanto una correlazione, un parallelismo fonico-semantico.
Il fonosimbolismo più conosciuto è l’onomatopea.
Lorenzo Renzi ha osservato: “Non solo le parole che compongono la poesia, ma gli stessi suoni che compongono quelle parole, significano” (Come leggere la poesia, 1991).
Fonosimbolismo: esempi
Vediamo alcuni esempi di fonosimbolismo o iconismo simbolico:
“Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi”
(Meriggiare pallido e assorto, Eugenio Montale)
“E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zefiri sereni
e quando pel nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all’universo meni…”
Bibliografia
- Lorenzo Renzi, Come leggere la poesia. Con esercitazioni su poeti italiani del Novecento, il Mulino, 1991.
- Fernando Dogana, Suono e senso: fondamenti teorici ed empirici del simbolismo fonetico, Franco Angeli, 1988
- Fernando Dogana, Le parole dell’incanto. Esplorazioni dell’iconismo linguistico, Franco Angeli, 1990