Le radio libere di ieri sono i social network di oggi: luogo di espressione e di sfogo (positivo e negativo). “Radiofreccia” (1998) di Luciano Ligabue racconta quegli anni. Questo il monologo di Freccia, interpretato da Accorsi: “Credo al doppio suono del padrone di casa quando vuole l’affitto. […] Credo che non sia tutto qua. Però, prima di credere in qualcos’altro bisogna fare i conti con quello che c’è qua. E, allora, mi sa che crederò, prima o poi, in qualche Dio. […] Credo che c’ho un buco grosso dentro. Ma anche che… qualche amichetta, il rock & roll, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici… beh, ogni tanto questo buco me lo riempiono.”

Radiofreccia (1998)
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