Simbolo

Figura retorica che consiste nell’usare un’immagine per simboleggiare una sua qualità dominante. Nella canzone leopardiana Il sabato del villaggio svolgono questa funzione la donzelletta (per la felicità come speranza riguardo al futuro) e la vecchierella (per la felicità come ricordo del passato), ma pure il sabato (per le attese, come quelle dell’adolescenza e della giovinezza) e la domenica (per le delusioni, come quelle dell’età adulta). Nell’opera I fiumi, scritta al fronte, durante il primo conflitto mondiale, Giuseppe Ungaretti si riferisce indirettamente alla guerra attraverso oggetti che incarnano suoi aspetti, quali la morte (“urna” nel v. 10, “reliquia” nel v. 11, “sasso” nel v. 15, “ossa” nel v. 17) e la precarietà, anche psicologica (“circo” nel v. 4, “acrobata” nel v. 19, “beduino” nel v. 24). Per giunta la notte, oltre a indicare in senso proprio uno spazio di tempo, ha il valore simbolico di oscurità che avvolge la coscienza degli uomini. E si rappresenta all’inizio e alla fine del testo, quindi in una posizione di particolare rilievo: è la caratteristica dell’epanadiplosi.