Al Macworld di San Francisco, Steve Jobs presenta il nuovo Iphone. Tra le tante tecniche argomentative che usa, segnaliamo il meccanismo problema-soluzione. Un classico dei classici. L’oratore getta il problema in pasto al suo uditorio. Poi, dopo una pausa strategica, fornisce la soluzione che, guarda caso, è il prodotto o il servizio che intende lanciare.
Steve Jobs era un vero e proprio fan del meccanismo problema-soluzione e lo condiva con un quel pizzico di ostentazione che, in una presentazione di business, non guasta.
“I telefoni più avanzati si chiamano «smartphone», così dicono. In genere abbinano telefono, email e un minimo di servizio Internet […]. Il problema è che non sono così smartné così facili da usare […]. Anzi, sono davvero complicati [problema]. Quello che vogliamo fare è realizzare un prodotto che li surclassi, che sia molto più smart di ogni altro dispositivo mobile e super facile da usare […]. Perciò abbiamo deciso di reinventare il telefono cominciando da un’interfaccia utente rivoluzionaria. [soluzione]
Un nuovo servizio o un nuovo prodotto hanno, o dovrebbero avere, moltissime caratteristiche distintive. Purtroppo, però, la comunicazione è brutale, perché costringe a una scelta. Non c’è nulla che annoi di più un uditorio di un lungo elenco del quale non di intravede la fine. E la noia è il freno a mano della comprensione. L’enumerazione a tre era un’altra strategia cara a Steve Jobs. È consigliabile per catturare l’attenzione di chi ascolta. Tutti i grandi oratori se ne sono serviti: da Obama a papa Francesco.
“Di tanto in tanto arriva un nuovo rivoluzionario prodotto che cambia ogni cosa. […] Chi riesce a lavorare alla creazione anche di uno solo di essi può davvero dirsi fortunato. […] Un Ipod, un telefono e un dispositivo di comunicazione Internet. Avete capito bene? Non si tratta di tre prodotti distinti. Ma di un solo prodotto. E lo abbiamo chiamato IPhone. Oggi Apple reinventa il telefono.” (9 gennaio 2007, Macworld, San Francisco, Usa).