La parola deriva dal greco trópos che viene da trépō, «volgo, trasferisco». Il tropo è una deviazione dal significato comunemente riconosciuto alla parola, alla quale viene attribuito un significato figurato.
I tropi sono piccoli tradimenti delle attese dell’uditorio. Una o più parole non vengono usate secondo il loro significato consueto ma in modo nuovo e inaspettato, senza però negare completamente il significato più comune ad esse attribuito.
Steve Jobs, nel suo celebre discorso all’Università di Stanford, parlava di “unire i puntini”, un tropo che suggerisce il senso dell’agire di una persona. La vita viene implicitamente paragonata a un gioco enigmistico nel quale si riesce a conoscere la soluzione solo dopo averla vissuta. «Ve lo ripeto, non puoi unire i puntini guardando al futuro, puoi connetterli in un disegno, solo se guardi al passato. Dovete quindi avere fiducia nel fatto che i puntini si connetteranno, in qualche modo, nel vostro futuro». Dopo i giocattoli mediatici, i puntini sono certamente uno dei souvenir lasciati da Jobs.
Rientrano tra i tropi la metafora*, la similitudine*, la sineddoche*, la metonimia*, l’iperbole*, l’ossimoro*.

Tropo