Churchill, Winston – Sangue, fatica, lacrime e sudore, discorso alla Camera dei Comuni, 13 maggio 1940

Churchill, discorso alla Camera dei Comuni

Il primo discorso tenuto come primo ministro alla Camera dei Comuni da parte di Winston Churchill è un invito agli inglesi a difendere la propria patria. Viene pronunciato nei giorni difficili della Seconda Guerra Mondiale, quando la furia bellica dei nazisti imperversava in Europa.

 

Testo del discorso di Churchill

ChurchillSegnaliamo due passaggi che sono passati alla storia:

“Dico al Parlamento come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalìe. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza.”
“Voi chiedete: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una parola. E’ la vittoria. Vittoria a tutti i costi, vittoria malgrado qualunque terrore, vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perché senza vittoria non c’è sopravvivenza.”

Testo in italiano: Winston Churchill, Sangue, fatica, lacrime e sudore
Testo in lingua originale: Winston Churchill, Blood, toil, tears, sweat

Ascolta il discorso di Churchill alla Camera.

Churchill: “sangue, fatica, lacrime e sudore”

Alcuni storici sostengono che l’espressione  “sangue, fatica, lacrime e sudore” sia ispirata a Garibaldi, del quale Churchill era uno studioso:
“Nel 1940, nei giorni bui dopo la sconfitta britannica a Dunkerque, Churchill gli rese omaggio nel suo più ispirato discorso al parlamento e alla nazione, «rubando» le parole che Garibaldi aveva pronunciato nel 1849 davanti al Parlamento della Repubblica romana, quando ai suoi «pochi» 4700 uomini – che avrebbero dovuto fronteggiare gli 86 mila delle forze combinate francesi, spagnole, napoletane, toscane e austriache – disse: «Non ho null’altro da offrirvi se non sangue, fatica, lacrime e sudore.”
(“Garibaldi, maestro di Churchill”, La stampa, Cultura, 11 marzo 2010)

Questo contributo è stato raccolto ed elaborato dalla socia Caterina Pampaloni, che ringraziamo.

 

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