La retorica è la disciplina che riguarda il discorso persuasivo. Un discorso, scritto od orale, che ha lo scopo di coinvolgere uno o più destinatari. Secondo Olivier Reboul “esiste una persuasione che non si ottiene né col denaro né con le minacce: quella che concerne la retorica”.
La retorica è, dunque, l’arte della parola e della comprensione del punto di vista dell’uditorio. La capacità di convincere, anche attraverso le emozioni, è alla base di questa disciplina. Nella manualistica antica, si diceva che un oratore doveva porsi tre obiettivi: docere, informare sul fatto oggetto del discorso; movere, commuovere e coinvolgere l’uditorio; delectare, esporre gli argomenti con vivacità. evitando l’effetto noia, un freno a mano per la comprensione.
Per ottenere questi risultati, l’oratore non deve parlare a se stesso, compiacendosi delle proprie capacità oratorie, vere o presunte. Al contrario, deve rivolgersi al pubblico, modulando le sue argomentazioni sulla base delle caratteristiche e degli interessi del suo uditorio.
Uno sguardo al passato ci fa scoprire che la retorica è made in Italy, frutto di quell’incredibile mescolanza di culture che fu la Magna Grecia. Le sue origini risalgono alla Siracusa del V secolo a.C., un luogo effervescente di ibridazioni e contaminazioni, una sorta di Manhattan dell’antichità. Alla caduta del tiranno Trasibulo, seguì una serie di cause mirate a restituire ai legittimi proprietari le terre estorte durante la tirannide. Per riconquistare il maltolto in sede giudiziaria, l’arma più efficace era la parola.
Le origini del termine e la sua storia fortemente legata alla nostra cultura non giustificano l’attuale scarsa considerazione di questa materia, che trova poco spazio nelle scuole e nelle università del nostro Paese. Esiste, infatti una strana – e infondata – convinzione, secondo la quale oratori si nasce e non si diventa. Noi di Per la Retorica siamo invece convinti che tutti possono imparare a parlare meglio (vedi il manifesto) e che molti non sanno parlare in pubblico solo perché nessuno ha mai detto loro come si fa.
Una passione per ciò che è americanizzante, inoltre, ci porta oggi a usare espressioni come public speaking o storytelling, dimostrando un certo provincialismo. Al contrario, negli Stati Uniti, l’arte del dire viene spesso definita con il termine rhetoric.
È necessario aggiungere che, oggi, l’aggettivo “retorico” è spesso legato a un discorso inutilmente enfatico, pomposo e antiquato. Nei casi in cui avvertiamo un’enfasi eccessiva, siamo semplicemente di fronte a una cattiva retorica. Perché, quando un oratore mette in campo la buona retorica, l’uditorio non se ne accorge nemmeno. La buona retorica, infatti, non è quella che gonfia un discorso, ma molto più semplicemente, quella che dà gambe e respiro alle idee.
Guarda il video di Flavia Trupia “Cos’è la retorica? Il superpotere della parola”.