Il vaccino viene bloccato e la comunicazione viene affidata a un comunicato. Abbiamo un problema di ethos?
L’iper-esposizione mediatica è una malattia, ma l’assenza totale di esposizione crea un problema di ethos, di credibilità della fonte di comunicazione e, di conseguenza, anche del suo messaggio. Prima di affrontare questo tema, riporto una nota personale.
Ieri, come docente, avrei dovuto fare il vaccino AstraZeneca. Appuntamento alle 18,15 all’ospedale San Camillo di Roma. Qualche ora prima, come tutti gli italiani, vengo a sapere che il vaccino è stato bloccato. Una decisione importante e drammatica, soprattutto dopo che, nei giorni precedenti, gli esperti si erano prodigati per rassicurarci sulla sua innocuità. Lo comunica il premier Mario Draghi? No. Il ministro della salute Roberto Speranza? No. Il commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo? No, nemmeno lui.
In Germania, il contrordine è stato affidato a una conferenza stampa tenuta dal ministro della salute Jens Georg Spahn. In Francia è lo stesso presidente Emmanuel Macron a comunicare la notizia. E da noi? Da noi no. Si affida tutto a un comunicato.
Vado comunque in ospedale per capirne di più. La Regione Lazio non mi ha comunicato nulla. Voglio sapere quali saranno le prossime mosse. Se ci chiameranno per un altro appuntamento o se hanno a disposizione un altro vaccino che possono farci subito. Al centro vaccinale non c’è un responsabile sanitario a dare indicazioni. Trovo una guardia giurata. Si segna il mio nome a penna su un foglio di carta e mi dice che mi richiameranno. Quando lo incalzo con altre domande mi risponde con il tipico spirito romanesco, pragmatico e ironico: “a bella, pe’ stasera puoi annà a cucina’!”.
Ringrazio il simpatico signore per il suggerimento che ho puntualmente seguito (ravioli al sugo e fagiolini), ma mi chiedo se la scelta di non comparire di Draghi-Speranza-Figliuolo sia stata giusta. È una tattica per non bruciarsi o un modo per lasciare un vuoto nella comunicazione che verrà riempito da altre fonti? Ricordiamo che, su un tema di attualità, lo spazio che una fonte non occupa non rimane vuoto, ma viene riempito da altre fonti, generando una gran confusione nei cittadini. Si pone insomma quello che in retorica si chiama un problema di ethos, di credibilità dell’oratore. Se l’oratore non si presenta, quali sono le conclusioni alle quali dobbiamo giungere?